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FORMULA 1 | GP MIAMI 2025 | Il gioco delle coppie

by Massimiliano Franchetto
Oscar Piastri | Podio

Oscar Piastri, al volante di una Mc Laren che appare sempre più imbattibile, porta a casa la quarta vittoria stagionale al termine di un weekend in cui è successo un po’di tutto.

La trasferta di Miami prevedeva la gara sprint del sabato, disputatasi dopo un acquazzone tropicale, che ha costretto l’intera griglia a partire con gomme intermedie. Se da un lato c’erano molte attese per la bella pole di Antonelli davanti alle monoposto papaya di Piastri e Norris, dall’altro Leclerc è incappato in un erroraccio che gli ha impedito di prendere il via, toccando il muro nel giro di schieramento. Allo spegnimento dei semafori tuttavia il bolognese non scattava benissimo, lasciandosi sfilare da un aggressivo Piastri che lo costringeva ad arrivare un po’ lungo alla prima curva.  Le sfortune del diciottenne della Mercedes non finivano qui, dato che con il progressivo asciugarsi della pista, al momento di passare alle gomme slick, da lui invocate sin dai primi giri, un pericoloso unsafe release in corsia box da parte dei meccanici della Red Bull di Verstappen gli impediva di entrare nella sua piazzola, con il risultato di dover ritardare di un altro giro il cambio-gomme. La sacrosanta penalità di dieci secondi inflitta al campione olandese, assolutamente incolpevole, non basta comunque a modificare l’esito della gara, ormai compromessa, di Antonelli. La vittoria nel mini GP del sabato sarebbe andata a Norris, fortunato ed effettuare il suo pit-stop in concomitanza della safety car provocata dal botto tra Lawson e Alonso, davanti a Piastri, penalizzato proprio dalla neutralizzazione e ad un bravissimo Hamilton, intelligente ad anticipare la sua sosta e ad imporre alla squadra l’utilizzo della gomma soft.

Il GP vero e proprio della domenica vedeva il neo-papà Verstappen scattare al palo davanti a Norris e Antonelli, pertanto, allo spegnimento dei semafori, si è visto il solito show con l’olandese super aggressivo nei confronti del buon Lando, con il risultato di farsi scavalcare entrambi da Piastri ed Antonelli. La Ferrari, penalizzata come al solito da una pessima qualifica che ha visto addirittura Hamilton escluso dalla Q3, ha tentato di diversificare le strategie, facendo partire il campione inglese con gomme dure per permettergli di sfruttare le medie con la macchina più leggera nella seconda parte di gara, magari pensando di ripetere l’exploit della sprint cinese, tuttavia, terminato il carosello dei pit stop, è riuscita a complicarsi la vita costringendolo a rimanere per quattro giri dietro a Leclerc (su mescola dura) facendogli così surriscaldare gli pneumatici e precludendogli la possibilità di riprendere Antonelli, scatenando una serie di team radio degni dell’Alonso dei tempi d’oro. Gli uomini di Maranello, non contenti, hanno ripetuto lo stesso errore nel finale a ruoli invertiti, tenendo bloccato Leclerc dietro a sir Lewis, il tutto lottando per un misero settimo posto.

Una maggiore reattività del muretto avrebbe sicuramente evitato di far esplodere questo “incidente diplomatico” in una coppia di piloti comunque estremamente corretti e professionali, pertanto Vasseur, anziché continuare a ripetere il ritornello di “tirare fuori il potenziale” dalla macchina, potenziale che forse non è poi così granché, sembra stia pensando di ingaggiare Willy Pasini come consulente per gestire meglio le dinamiche interne del team.

Un’altra coppia nella quale si potrebbero ravvisare i primi segnali di crisi è sicuramente quella dei papaya-boys: se da un lato Piastri sembra aver finalmente trovato quella costanza di rendimento, più in gara che in qualifica che gli mancava lo scorso anno, dall’altro Norris inizia a mostrare un certo malumore per il suo continuo esporsi alle critiche di chi lo ritiene, anche un po’ a sproposito, un pilota “fragile” e l’ennesimo errore al via, indotto, ça va sens dire, da Verstappen, che l’ha costretto a rimontare dal sesto al secondo posto, non lo aiuta. Comprensibile quindi il suo sbottare nel post- gara con dichiarazioni del tipo: “se sorpasso mi criticano perché sorpasso, se non sorpasso mi criticano perché non sorpasso” ecc. Tranquillo Lando, grandissimi piloti ci sono passati prima di te e sicuramente anche Antoine ti è solidale.

Tutto bene invece nell’istituto montessoriano “Toto Wolff” di Brackley, con Antonelli che, dopo aver svolto diligentemente i suoi compitini, ci ha finalmente regalato il guizzo della pole position nella sprint (gara poi rovinata dal problema con Verstappen ai box) e dal terzo posto in griglia al via del GP della domenica, nel contesto di un weekend in cui è apparso quasi sempre più veloce di Russell. L’inglese, dal canto suo, oltre a dargli ripetizioni di matematica in vista dell’esame di maturità, è stato autore di una delle sue solite gare tutte imperniate sull’intelligenza e sulla concretezza, che l’hanno visto centrare l’ennesimo podio dietro alle inavvicinabili Mc Laren, dopo aver puntato sulla strategia di partire con gomma dura, la stessa che invece ha mandato in crisi Antonelli nella seconda parte di gara, relegandolo ad un sesto posto finale forse un po’ al di sotto delle attese.

Nota di encomio ad Albon, ottimo quinto con una Williams in continuo miglioramento, più tra le mani del thailandese che di Sainz, apparso sull’orlo di una crisi di nervi sfociata nel maldestro tentativo di sorpasso ai danni di Hamilton nel finale. Sperando non fosse solo una ripicca nei confronti di chi gli ha fregato il posto…

In conclusione un ricordo di Jochen Mass, scomparso domenica a settantanove anni. Fa parte di quel lungo elenco di piloti che hanno vinto una gara al volante di una McLaren, quel maledetto GP di Spagna del ’75. Poi una carriera così così, perlomeno in Formula1, non certo nell’endurance, terminata alla March nell’82, la stessa con la quale venne tamponato da Gilles Villeneuve a Zolder. Forse è per questo che anche lui se n’è andato in un giorno festivo di Maggio. Noi possiamo solo ricordare la sua cortesia ad una Mille Miglia di dieci anni fa…

Arrivederci ad Imola fra due settimane, sapendo che purtroppo sarà l’ultima volta che vedremo la Formula 1 sulle rive del Santerno.     

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