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FORMULA 1 | GP SINGAPORE 2025 | Un dardo argento nel mondo ‘Papaya’

by Massimiliano Franchetto
Formula 1 | GP Singapore 2025 | George Russell

FORMULA 1 | GP SINGAPORE 2025 Nel giorno in cui la Mclaren festeggia il titolo costruttori che, a differenza di ciò che ha sempre affermato Briatore, non conta come la coppa del nonno, soprattutto in termini di soldi, George Russell domina il GP di Singapore e lo fa da campione affermato, quasi ridicolizzando sia Verstappen che i papaya boys.

Il campione olandese, comunque secondo sotto la bandiera a scacchi dopo un pessimo start nonostante la scelta apparentemente aggressiva di partire con gomme soft, è stato tormentato, a suo dire, da problemi al cambio, mentre Norris e Piastri si sono complicati la vita alla prima curva con una toccatina dalla quale l’inglese è uscito con un’ala anteriore danneggiata, ma che poteva avere conseguenze, eufemisticamente parlando, disastrose.

Il circuito cittadino di Marina Bay ci ha regalato una gara tutto sommato soporifera quanto un film di Antonioni degli  anni Settanta, senza particolari colpi di scena o duelli che potessero in qualche modo contrastare la pesantezza delle palpebre, tuttavia, grazie alla solita telecronaca urlata di Carlo Vanzini, abbiamo potuto apprendere che dietro al dominio incontrastato di Russell, dominio iniziato già conquistando autorevolmente la pole al sabato, Verstappen regolava senza troppi problemi Norris, mentre in casa Mclaren si iniziava a percepire una certa tensione, dato che Piastri non ha certo nascosto, via radio, la sua irritazione per la manovra al via di Lando. A questo punto una riflessione sorge spontanea: se da un lato slealtà e scorrettezze sono sempre da condannare ed eventualmente da sanzionare, in una F1 dove vengono regolamentati anche i peli in zone dove non batte mai il sole, le lamentele dell’australiano, aspirante campione del mondo, fanno quasi sorridere.

Sia chiaro, nessuno vuole vedere un titolo assegnato dopo episodi discutibili come i celebri autoscontri di Suzuka o la manovra quantomeno sporca di Schumacher ai danni di Hill ad Adelaide, né tantomeno situazioni scandalose come ciò che accadde ad Abu Dhabi nel 2021, tuttavia è da un anno che auspichiamo un po’ di sano agonismo, magari anche un po’ sopra le righe, tra due piloti estremamente veloci e talentuosi, ma assolutamente diversissimi, per cui questo continuo imbrigliarli influenzandone così anche la mentalità e l’approccio di gara, ci sembra quantomai stucchevole. Il nostro auspicio ora che il team di Woking si è portato a casa il titolo costruttori, Andrea Stella lasci margini di lotta un po’più ampi ai suoi pupilli, ignorando gli infondati complessi d’inferiorità di uno o l’orgoglio dell’altro.

Dietro ai big, Antonelli arraffa un altro quinto posto, dopo una gara accorta e senza errori nella quale si è anche reso protagonista di un bel sorpasso in pista ai danni di Leclerc, tormentato, come il suo compagno di squadra, da strani problemi di surriscaldamento ai freni. La nostra sensazione è che la Ferrari, non sapendo più a che santo votarsi in materia di aerodinamica, abbia provato a ridurre le dimensioni delle prese d’aria dei dischi, ma che abbia scelto il posto peggiore possibile per farlo, sapendo di dover correre su un circuito cittadino in una città dal clima tropicale, caratterizzato da violente staccate, curve di novanta gradi ed allunghi relativamente brevi.  Tutto ciò ha costretto Charles a lottare ogni giro con il bilanciamento di frenata ed ha reso vano il tentativo di Hamilton di montare gomme soft nel finale per provare ad attaccare Antonelli, con buona pace di una tifoseria ormai rassegnata ed in attesa di un 2026 che inizia ad avere contorni escatologici.

Nota di encomio per Alonso, ottavo sotto la bandiera a scacchi dietro a Sir Lewis, in lutto per la dipartita del suo amatissimo Roscoe, capace di zittire il suo muretto con una battuta degna del miglior Raikkonen quando, mentre il suo ingegnere gli ricordava il numero di giri che mancavano alla fine, ha minacciato di spegnere la radio.

Purtroppo in questi giorni, oltre al bulldog di Hamilton, abbiamo dovuto salutare anche Enzo Osella, un uomo capace di diventare costruttore ereditando il materiale tecnico regalatogli da Carlo Abarth quando quest’ultimo cedette la sua azienda alla FIAT e di piombare nella rutilante Formula 1 degli anni Ottanta rischiando addirittura di ingaggiare Keke Rosberg. Tuttavia, se nella massima serie il costruttore torinese non avrebbe mai raccolto grandi soddisfazioni, le sue barchette biposto avrebbero dominato nelle gare sport e nelle cronoscalate, sia con i motori Alfa Romeo che BMW.

Arrivederci al Cota di Austin, una pista che in molti tratti potrebbe esaltare le virtù della Red Bull, con la remota possibilità, di cui si parla molto e forse a sproposito in questi giorni, che Verstappen si inserisca nella lotta al titolo.  

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